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La festa del Capodanno trae origine dai festeggiamenti organizzati in onore del dio Giano, divinità esclusivamente romana ed il suo nome sarebbe legato alla sua funzione: dio delle porte di casa (ianua) e dei passaggi; esso era infatti raffigurato con in mano una chiave ed un bastone, e con due volti (bifronte), ad indicare la protezione per l'entrata e l'uscita.
Giano è anche dio del principio e dal suo nome deriva quello del primo mese dell'anno, in suo onore chiamato Ianuarius.
Nell'anno 46 a.C. fu introdotto da Giulio Cesare, il calendario giuliano, ed il primo gennaio fu considerato il primo giorno dell'anno.
In questa data i Romani avevano usanza di preparare il pranzo, di condividerlo con gli amici e di scambiarsi delle strenne, aventi valore simbolico, ma anche religioso. Inizialmente la strenna era composta soltanto di rami di alloro, miele e frutti secchi, quali datteri e fichi (strenae); successivamente composta di oggetti d'argento, legati a leggende di buon auspicio.
Il dio che invece si celebrava dal 17 al 24 dicembre era Saturno e nelle feste, dette Saturnali, solo il primo giorno aveva carattere religioso, gli altri erano giorni di banchetti e di allegria. Vi era usanza che, durante i Saturnali, fossero i padroni a cucinare pranzetti suntuosi per i loro schiavi. Di qui il famoso aforisma attribuito a Seneca "semel in anno licet insanire" (una volta l'anno è lecito impazzire).
Per i Cristiani, il primo gennaio ricorre la solennità di Maria Santissima Madre di Dio e dal 1967 anche la Giornata Mondiale della Pace.
La liturgia del Capodanno pertanto è celebrata sotto la protezione della Vergine Maria, con una lettura dell'evangelista Luca, che maggiormente narra la figura della Vergine, prescelta tra tutte le donne per divenire Theotokos, dal greco, genitrice di Dio.
Il passaggio tra la notte del 31 dicembre, nota come notte di S. Silvestro, ed il primo gennaio, si è soliti festeggiarlo con il veglione di Capodanno, unitamente ad un ricco ed abbondante cenone. Tradizione vuole che allo scoccare della mezzanotte siano stappate bottiglie di spumante per brindare al nuovo anno, vi siano fuochi pirotecnici ed anche i cosiddetti "botti".
Questi ultimi verrebbero fatti esplodere per allontanare "spiriti malefici", che si scatenerebbero nel passaggio dal vecchio al nuovo anno. Rumori secchi e fragorosi, pare,infatti, che allontanino ombre, vampiri e demoni.
A seguire si è soliti gustare lenticchie come auspicio di prosperità e di ricchezza. E' ormai da tempo invalsa l'abitudine di aspettare il nuovo anno nelle piazze delle città, in compagnia di intrattenitori, ballerini, musicisti, cantanti e quant'altro possa allietare l'attesa.
Chi invece predilige festeggiare con un cenone presso il ristorante più invitante, ha soltanto l'imbarazzo della scelta: vi sono infinite proposte culinarie capaci di accontentare tutti i gusti, si spazia infatti, da menù prelibati e ricercati a base di pesce e/o carne, a menù più semplici e meno elaborati, pur sempre rispettosi della tradizione.

A tutti un augurio sincero per uno strepitoso anno nuovo.

Pubblicato in Costume e Società

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