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E si ritorna con i genitori ...

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Secondo i dati forniti dall'Istat, quasi l'80% degli italiani in età compresa tra i 18 e i 39 anni, vive a casa con i genitori. La cifra è molto rilevante: indica infatti una fascia di persone che ha dovuto rinunciare  a crearsi una vita autonoma.  Molti, infatti, non hanno neppure una reale alternativa legata a ragioni economiche: si pensi agli affitti improponibili, mentre resta più semplice partecipare alle spese del menage familiare quotidiano. Tutto dipende dalla precarietà del lavoro, spesso sottopagato o con minime garanzie, ma anche da molte realtà di coppie separate, per cui l'unico approdo resta la famiglia d'origine.

La migrazione al contrario accade proprio quando si è provato a "farcela da soli" e ad uscire dalla casa familiare, ma si è poi dovuto fare un passo indietro. Rinunciare alla propria indipendenza per rientrare in famiglia, riprendere le vecchie abitudini, conciliare nuovamente gli orari del pranzo e della cena, riadattarsi ad una stanzetta, che si era deciso di lasciare con tanto entusiasmo, per intraprendere nuove esperienze di vita, ha segnato per molti, un vero fallimento, nonchè una mortificazione. D'altro lato la famiglia italiana d'origine è disposta all'accoglienza, a condividere di nuovo gli spazi, a modificare ritmi ed orari, in funzione tante volte di tre generazioni chiamate a convivere: nonni, figli e nipoti. E' vero anche che la coabitazione adulta e matura comporta il reciproco aiuto, il non sentirsi ospiti, bensì parte integrante della famiglia accogliente. E' importante anche confrontarsi e rendere partecipi i genitori delle diverse situazioni quotidiane, nonchè delle più disparate problematiche.

I genitori restano sempre un punto di riferimento fondamentale e se si torna da loro e si resta, è perchè in verità, ci si trova molto bene. Ritornare a vivere con loro, se prima poteva essere oggetto di critiche e/o di vergogna, oggi è una condizione diffusa e socialmente accettata. L'importante è non perdere mai  i contatti con la realtà e non ripiegarsi su se stessi, ma "rimboccarsi le maniche" e tentare di ricominciare a rimettersi in gioco. La gratitudine verso i genitori, poi, occuperà sempre il primo posto.

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