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Pericolo smog

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Secondo l’ultimo rapporto di Legambiente, nel 2016 sono 33 le città italiane che hanno superato i limiti di inquinamento atmosferico. La situazione non migliora se si considerano anche le polveri sottili, ancora più nocive perché capaci di essere assorbite dai polmoni. La ricerca scientifica portata avanti negli ultimi anni, evidenzia come le soglie di tolleranza dello smog vigenti nei Paesi più avanzati, risultino insufficienti a proteggere i cittadini. Il dato più recente mette in risalto che la prolungata esposizione alle polveri sottili e all’ozono contribuisce ad aumentare il rischio di morte prematura. Il valore del risultato, che conferma conclusioni precedenti, deriva dall’estensione della popolazione coinvolta: sono frutto di informazioni sanitarie raccolte nel corso di sette anni consecutivi su circa 60 milioni di persone. La cattiva qualità dell’aria non incide sulla salute solo perché favorisce le malattie dell’apparato respiratorio, ma è dimostrato ormai da tempo che lo smog ha importanza anche per la mortalità causata da malattie cardiovascolari e tumori. Uno studio condotto in America dimostra che se si riuscisse ad abbassare il tasso di polveri sottili anche di un solo microgrammo per metro cubo, soltanto negli Stati Uniti si potrebbero salvare ogni anno 12mila vite.

Secondo il rapporto emesso lo scorso anno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’impatto di questo fattore ambientale sull’aspettativa di vita, potrebbe essere anche maggiore in Europa, dove in media si respira aria ancora più inquinata. Esistono però degli spiragli di speranza: si è determinato un calo delle concentrazioni di particolato in oltre il 60% delle città europee analizzate. Gli esperti dell’Università di Harvard consigliano di abbassare le soglie consentite, per esortare nuovi interventi a controllo dell’inquinamento dell’aria. In Asia e nei Paesi più ricchi del Medio Oriente è richiesto uno sforzo ancora maggiore, poiché i livelli di smog e le conseguenze sulla salute sono superiori.

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