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Il nergi, piccolo Kiwi appartenente alla vasta famiglia dell'actimidia, si coltiva in Italia solo da pochi anni.
Ha una storia antica, ma da noi è ancora poco conosciuto. Piccolo come un acino d'uva (più o meno dieci grammi), ha il colore ed il sapore del kiwi, ma la sua buccia è glabra ed edibile. I luoghi di coltivazione sono circoscritti, per ora, solo nel nord-est dell'Italia e se la produzione non si è diffusa largamente, è da imputare ad una richiesta di estreme cure e competenze da parte dei frutticoltori. Sono indispensabili la qualità del terreno, zone soleggiate ed un paziente lavoro manuale. Sul finire dell'autunno e nei periodi invernali, quando l'organismo è più vulnerabile per la carenza di difese, la natura provvede agli equilibri, offrendo preziosi frutti. Il nergi abbonda di vitamina c, infatti un etto di questi piccoli e gustosi alleati del benessere, ne contengono 53 mg. (13,5 mg più dell'arancia).
E' un frutto ipocalorico, con solo 51 calorie per 100 grammi, ed inoltre contiene vitamina E, antiossidante, un alto apporto di magnesio, potassio fosforo e calcio.
Indicato in particolare per intestini pigri, grazie al notevole contenuto di fibre e per chi desidera un antidepressivo naturale.

Come consumarlo?
Dalla prima colazione a tutto l'arco della giornata, al naturale o in frullati;
il nergi può anche essere un ottimo ingrediente per insalate e per torte di frutta.

Pubblicato in Alimentazione

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