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Alessandra

Può essere ormai tranquillamente classificata come una malattia, autoimmune, molto diffusa nei paesi industrializzati, benchè non si manifesti sempre con sintomi chiari. Prevalentemente è caratterizzata da un'infiammazione dell'intestino tenue, comportando svariate conseguenze (diarrea, dimagrimento, pallore, astenia, inappetenza).

Nei bambini si manifestano anche vomito, gonfiori addominali e dolori. Se tali sintomi fossero trascurati e non trattati, eliminando dalla dieta l'assunzione di glutine (che troviamo in alcuni cereali come frumento, orzo e segale) si verificherebbero nei più piccoli, diabete giovanile, artrite reumatoide, tiroiditi, fratture ossee, ma anche anemie, dolori muscolari, difetti della crescita.

Negli adulti la sintomatologia a volte è confusa con i sintomi del colon irritabile, come la stipsi o il sovrappeso. L'unica terapia da seguire è la dieta priva di glutine per tutta la vita e senza interruzioni. Per la diagnosi è necessario un prelievo sierologico ed il dosaggio delle immunoglobine Iga totali. Un nuovo test, molto adatto ai bambini, ma può essere effettuato anche sugli adulti, è quello della saliva, attendibile al 90%. In caso di positività al test, è necessario sempre procedere con un esame del sangue, in quanto quello della saliva resta uno screening per ricerca di soggetti potenzialmente affetti da tale malattia.

Un convegno tenutosi al Policlinico Umberto I di Roma nel maggio 2016, ha presentato i risultati di un progetto dedicato allo "screening della celiachia nelle scuole primarie con metodo non invasivo". Tale progetto ha visto coinvolte diverse scuole primarie della Provincia di Roma, che per mezzo del test della saliva, ha dato il via ad una nobile iniziativa, che ha riscosso molto successo.

Per effettuare il test della saliva (c/o il Policlinico) non è necessario il digiuno, è possibile nei giorni 29 Settembre, 27 ottobre, 24 novembre e 22 dicembre 2016. Tale iniziativa è aperta anche agli adulti.

 

L'ortica è una pianta molto diffusa ed è nota per il suo potere irritante. Credo di poter affermare che ognuno di noi almeno una volta nella vita abbia avuto modo di provare l'irritazione causata dal contatto. Oltre ad essere irritante però possiede molte proprietà benefiche e curative, infatti viene molto usata sia in erboristeria per la preparazione di infusi sia in cucina per la preparazione di svariate pietanze. Si ricorda inoltre che il suo potere irritante, derivante dalla peluria che ricopre le foglie e il fusto, sparisce una volta che la pianta viene essiccata o cotta. L'ortica è ricca di molti minerali tra i quali il ferro, potassio, fosforo, calcio, e di vitamine A B1, B2, B6, C, D e K. L’ortica contiene inoltre i flavonoidi che favoriscono la protezione dei capillari e dei vasi sanguigni. Grazie al suo alto contenuto di rame e di Zinco è indicata per il trattamento di capelli ed unghie. Per la sua ricchezza di oligoelementi è utilizzata per il trattamento dei disturbi legati all'altrite e a tutte le malattie di tipo reumatico. E' consigliata per questo anche alle donne che si avvicinano alla menopausa poichè grazie alla presenza di calcio, aiuta l'apparato osseo in questa fase delicata. Viene consigliata anche per regolarizzare il processo intestinale, soprattutto in casi di dissenteria. La raccolta può avvenire prima della primavera utlizzando dei guanti protettivi. Per chi non avesse la possibilità di recuperarla in natura, può comunque recarsi in qualunque erboristeria, dove si può trovare sotto varie forme.

 

Tisana all'ortica per depurare l'organismo:

  • raccogliere l'ortica in periodo di fioritura (luglio-agosto)
  • sistemare tre-quattro foglie in una tazza
  • versare acqua bollente ed attendere 5 minuti
  • Dolcificare a piacere

 

E' importante non far bollire la pianta altrimenti si perde gran parte delle sue proprietà curative.

Il nergi, piccolo Kiwi appartenente alla vasta famiglia dell'actimidia, si coltiva in Italia solo da pochi anni.
Ha una storia antica, ma da noi è ancora poco conosciuto. Piccolo come un acino d'uva (più o meno dieci grammi), ha il colore ed il sapore del kiwi, ma la sua buccia è glabra ed edibile. I luoghi di coltivazione sono circoscritti, per ora, solo nel nord-est dell'Italia e se la produzione non si è diffusa largamente, è da imputare ad una richiesta di estreme cure e competenze da parte dei frutticoltori. Sono indispensabili la qualità del terreno, zone soleggiate ed un paziente lavoro manuale. Sul finire dell'autunno e nei periodi invernali, quando l'organismo è più vulnerabile per la carenza di difese, la natura provvede agli equilibri, offrendo preziosi frutti. Il nergi abbonda di vitamina c, infatti un etto di questi piccoli e gustosi alleati del benessere, ne contengono 53 mg. (13,5 mg più dell'arancia).
E' un frutto ipocalorico, con solo 51 calorie per 100 grammi, ed inoltre contiene vitamina E, antiossidante, un alto apporto di magnesio, potassio fosforo e calcio.
Indicato in particolare per intestini pigri, grazie al notevole contenuto di fibre e per chi desidera un antidepressivo naturale.

Come consumarlo?
Dalla prima colazione a tutto l'arco della giornata, al naturale o in frullati;
il nergi può anche essere un ottimo ingrediente per insalate e per torte di frutta.

Tipico dolce della tradizione milanese, oggi è ormai un simbolo del Natale ed è ampiamente diffuso in Italia. Le sue origini sembrano trovarsi in due storie dai contorni molto vicini ad una leggenda.

Si rimanda infatti ad un falconiere milanese, Messer Ughetto degli Atellani che, innamorato di Algisa, bellissima ragazza, figlia di un fornaio, iniziò a lavorare come garzone; quì, Messer Ughetto, provò ad inventare un dolce con ingredienti molto semplici: farina, uova, burro, miele ed uva sultanina. Ne risultò un pane delizioso che ebbe incredibile successo. Poco tempo dopo i due innamorati si sposarono e vissero felici e contenti.

Un'altra leggenda riporta ad un cuoco che prestava il suo servizio presso Ludovico il Moro e fu incaricato di preparare un pranzo per il Natale, dove erano stati invitati molti nobili; Purtroppo dimenticato il dolce in forno, Toni, un piccolo servitore, provò a farne un altro con quanto vi era in dispensa: quindi farina, burro, uova, cedro ed uvetta. Il cuoco, molto titubante, lo servì a tavola temendo quali sarebbero potute essere le reazioni, ma fu un vero successo. Il duca chiese di sapere il nome di quella specialità ed il cuoco rispose che si trattava del "pane di Toni", così il panettone.

A Milano ancora oggi vi sono artigiani che producono un panettone seguendo la ricetta tradizionale. Dal 1950 si è espansa la produzione di panettoni a livello industriale in tutta Italia con esportazione all'estero. Esso è il risultato di un impasto lievitato a base di acqua, farina, burro, tuorlo d'uovo, canditi, cedro ed uvetta. A Milano vi è anche l'usanza di far benedire il giorno di San Biagio i panettoni avanzati dal Natale e di consumarli come buon auspicio contro i malanni della gola.

Le Cinque Terre rappresentano uno dei paesaggi più belli ed affiscinanti della riviera Ligure.

Ne fanno parte cinque bellissimi borghi marinari, che si susseguono quasi alla stessa distanza tra loro e sono:

  • Riomaggiore
  • Manarola
  • Corniglia
  • Vernazza
  • Moterosso al Mare


L'atmosfera che si respira in quei luoghi è unica. Le mura costruite sulle rocce spioventi a picco sul mare, il paesaggio offerto dal mare incontaminato e dai monti sovrastanti, raprpresenato un ambiente quasi surreale.
Sono stati dedicati molti scritti per descrivere questi luoghi, ma l'unico modo per capirne la bellezza ed il loro fascino è quello di visitarli.

Riomaggiore

Riomaggiore è la più orientale delle cinque terre ed è il primo borgo che si incontra risalendo dalla Spezia.
E' situato nella stretta valle del torrente Rivus Maior, ora coperto. Il borgo si dispone a schiera su due file parallele principali di case alte e strette ed accessibili su piani diversi e tinteggiate dai colori tipici liguri. In origine la parte più antica era difesa sa una fortezza poi sostituita dal castello.
Oggi rimangono visibili le mura e le due torri rotonde. Il centro si è sviluppato intorno alla chiesa di S. Giovanni Battista che si trova nella parte più alta. Tra le varie escursioni che si possono fare a piedi c'è quella al santuario di Nostra Signora di Montenero. Da riomaggiore inizia la famosissima "via dell'amore", una passeggiata scavata nella roccia e molto suggestiva, nella quale si ammirano bellissimi paesaggi, soprattutto negli ultimi metri,  fino ad arrivare a Manarola. La durata del tragitto è di circa mezz'ora. Passeggiata Consigliata !!

Manarola

Manarola ha delle origini molto antiche, si parla dei tempi dei romani. Infatti il suo nome probabilmente deriva dal latino Manium arula (piccola ara dei Mani) ed è  costituita da un gruppo di case a strapiombo sul mare. Come gli altri borghi delle Cinque Terre, l'abitato è  costituito da case arroccate su un promontorio ed un piccolo porticciolo. Anche in questo luogo si possono fare piacevoli e rilassanti passeggiate in mezzo alla natura incontaminata. Manarola è il punto di arrivo della "via dell'amore".

Corniglia

Corniglia è situata su un terrazzo roccioso alto un centinaiio di metri sul mare dal quale sono visibili gli altri quattro borghi delle cinque terre. Le origini di risalgono all'epoca romana, infatti il nome deriva da "Gens Cornelia",  una famiglia romana padrona del luogo. E' l'unico borgo delle cinque terre che non è a contatto con il mare. Le abitazioni sono basse e larghe ed assomigliano a quelle dell’entroterra più che alle tipiche abitazioni costiere e gli abitanti hanno una tradizione agricola piuttosto che marinara.

Vernazza

Vernazza è disposta in semicerchio intorno ad un porticciolo che risulta il piu ampio ed attrezato dei borghi facente parte delle cinque terre. Il paese prende il nome di un' antica famiglia romana "Gens Vulnetia" alla quale appartenevano gli schiavi che una volta liberati fondarono questa comunità. Merita una visita la chiesa di Santa Margherita d'Antiochia, costruita in stile Gotico e situata sul porticciolo. Sopra il promontorio roccioso troviamo il castello Belforte che si presenta come un poderoso bastione sovrastato da una torre cilindrica. Volendo ci si può avventurare in un escursione su una mulattiera, cha parte dalla stazione ferroviaria e sale fino al santuario di Nostra Signora di Reggio.

Monterosso al Mare

Continuando a seguire la pedonale litoranea tra vigneti e scalinate si giunge a Monterosso al Mare che è il paese più occidentale delle Cinque Terre. Quì troviamo la chiesa si San Giovanni Battista, riedificata in epoca barocca, con una facciata decorata con un grande rosone di marmo. La torre Aurora situata sopra il colle di San Cristofaro divide l'abitato in due nuclei, il borgo antico medioevale e quello moderno e residenziale. In questo borgo vengono custodite all'interno della chiesa di San Francesco importanti opere d'arte attribuite a Van Dyck, a Luca Cambiaso, a Bernando Strozzi. Monterosso ha la spiaggia più estesa e le maggiori stutture alberghiere delle cinque terre e questo ha favorito l'incremento del turismo negli anni.

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